Active Children riprende una serie di idee maturate, abbozzate, tentate nel corso degli anni, all'interno di un contenitore unico, un sito web a cui faranno riferimento diversi sotto domini, collegati ai progetti, ai laboratori, alle discussioni in corso.
I bambini oggi nel mondo possono essere protagonisti di cambiamenti importanti, nel senso della cittadinanza attiva. Non i cuccioli di consumatori cresciuti individualmente alla scuola obsoleta e perdente della competizione; non i fantomatici "nativi digitali", fantasia perversa di un immaginario collettivo malato, di una cultura sempre più stereotipata e uniformata al ribasso nei recinti regressivi e senza sbocchi dei social network.
Bambini veri, bambini visibili, anche grazie a una tecnologia che - al contrario di quanto gli stereotipi dominanti suggeriscono a una massa di utenti sempre più sprovveduti e passivi - fornisce anche a loro occasioni mai viste nella storia di prendere in mano la propria vita, raccontarsi  in prima persona e partecipare in modo attivo al destino di un pianeta in pericolo.

Fare le cose, concentrarsi sugli obiettivi, sulla comunicazione tra le persone. Che non funziona se la preoccupazione dominante è adeguarsi alle regole di questa o quella piattaforma, o alle forme di fatto imposte del software leader di mercato, ai tempi di bandi da cui ricavare improbabili finanziamenti: cioè, se si pensa sostanzialmente ad altro. Questa è probabilmente uno dei motivi principali per cui il web, la più grande occasione di democrazia e partecipazione della storia ridotta quasi interamente a un grottesco mini market globale, è un luogo in cui le persone sostanzialmente non si ritrovano, se non per veloci e distratte incombenze, preferiscono perdersi in spazi virtuali più adeguati al livello culturale da semi analfabeti in cui per decenni sono state costrette, dove le regole sono stabilite sempre da qualcun altro e agli utenti impotenti non è richiesto di assumersi alcuna responsabilità. C'è un app per tutto, c'è software che monta "automaticamente" i nostri video e scrive i nostri pensieri e, per le emergenze, se qualcuno chissà perché in tale contesto si ritrova a disagio, sono ovviamente disponibili gli psicologi on line!

Si incomincia con un rilancio vero del Museo Virtuale dei Piccoli Animali, questa volta dopo molti anni non più prove tecniche in attesa di eventuali sviluppi e collaborazioni futuri ma, per quanto imperfetto e incompleto, un vero spazio di lavoro insieme, a cui tutti possono collaborare.
E ci si basa soprattutto su gallerie adatte a una consultazione curiosa da parte dei bambini di tutte le età, con immagini che si possono adeguatamente ingrandire e indurre meraviglia e da cui, soltanto guardando, si capisce perché per esempio le immagini originali inviate via email funzionano meglio che non quelle appoggiate per comodità sui social network!
A poco a poco, si va a recuperare e mettere in ordine - non è così semplice - materiale che si è accumulato nel corso degli anni, lo si ripropone ai vecchi interlocutori, scuole e collaboratori sparsi nel mondo, e se ne fa la base per coinvolgerne di nuovi.

Paolo Beneventi, novembre 2022
Active Children: idea (Nov 2022)
Active Children takes up a series of ideas matured, sketched, attempted over the years, within a single container, a website to which different sub-domains will refer, connected to projects, to ongoing discussions.
Children in the world today can be protagonists of important changes, in the sense of active citizenship. Not the pups of consumers raised individually at the outdated and underdog school of competition; not the mythical "digital natives", perverse fantasy of a sick collective imagination, of a culture that is increasingly stereotyped and uniformed downwards in the regressive and dead end enclosures of social networks.
Real children, visible children, also thanks to a technology that - contrary to what the dominant stereotypes suggest to a mass of increasingly naïve and passive users - also provides them with opportunities never seen in history to take their own life in hand, tell about themselves. in first person and actively participate in the future of a planet in danger.

Doing things, focusing on goals, communicating among people. Which does not work if the dominant concern is to adapt to the rules of this or that platform, to the forms of fact imposed by the market-leading software, or to move with at the times of calls for proposals from which to obtain unlikely financing. That is, if we basically think about something else.
This is probably one of the main reasons why the web, the greatest opportunity for democracy and participation in history, reduced almost entirely to a grotesque global mini market, is a place where people basically do not find themselves, if not for fast and distracted. tasks. Tthey prefer to get lost in virtual spaces more suited to the cultural level of semi-illiterate people in which for decades they have been forced, where the rules are always set by someone else and powerless users are not required to take any responsibility. There is an app for everything, there is software that "automatically" edits our videos and writes our thoughts and, for emergencies, if someone somehow in that context feels uncomfortable, psychologists are obviously available online!

We begin with a real relaunch of the Children's Virtual Museum of Small Animals, this time after many years no more technical tests awaiting for any developments and collaborations but, however imperfect and incomplete, a real space for working together, in which everyone can collaborate.
And we base above all on galleries suitable for a curious consultation by children of all ages, with images that can be adequately enlarged and induce wonder and from which, just by looking, we understand why, for example, the original images sent by email work better than those sent for convenience on social networks!
Gradually, we go to recover and put in order - it is not so simple - material that has accumulated over the years, we propose it again to old interlocutors, schools and collaborators around the world, and use it as a basis for involving new ones.

Paolo Beneventi, November 2022